La cataratta è un’opacizzazione del cristallino, la lente naturalmente presente all’interno del nostro occhio, che permette di regolare la messa a fuoco nella visione per lontano e per vicino.
Se questo processo degenerativo rappresenta quasi la norma nell’anziano, altre volte vi è un’opalescenza già nei primi mesi di vita del bambino (cataratta congenita).
L’età pediatrica è un periodo particolarmente critico per lo sviluppo della funzione visiva, quindi il timing chirurgico per risolvere questa problematica è fondamentale. La cataratta congenita è infatti la principale causa di ipovisione in età pediatrica.

La cataratta congenita viene dunque operata frequentemente già nelle prime settimane di vita. Trattandosi di pazienti in fase di sviluppo, la corretta gestione del percorso post-operatorio è fondamentale per ottenere buoni risultati. La cataratta congenita richiede molto spesso l’utilizzo di lenti a contatto a porto continuativo fin quando non sarà possibile impiantare una lente definitiva all’interno dell’occhio durante la tarda infanzia. Ecco quindi l’importanza di una corretta gestione da parte dell’ottico-optometrista in collaborazione con l’oculista.
La lente a contatto ideale deve soddisfare requisiti di elevata permeabilità all’ossigeno (deve infatti essere portata sia di giorno che di notte per 30 giorni, per poi essere sostituita), essere semplice nella gestione e nell’applicazione, sicura e approvata dai principali enti regolatori per il porto prolungato.
Le lenti siliconiche di tipo sil-soft soddisfano pienamente queste caratteristiche e rappresentano la scelta migliore tra le alternative disponibili sul mercato. In alternativa si consigliano le altrettanto valide lenti morbide customizzate, cioè studiate sui parametri corneali del singolo bambino (perché sono molto diversi da quelli dell’adulto e in rapida evoluzione, quindi non conformi a una normale lente a contatto).
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